Itinerari Turistici

Culturale
Naturalistico
Enogastronomico




TRA ARTE E NATURA

mezzi consigliati: auto, bicicletta

Oggi l'Isola di Ariano spicca per le sconfinate estensioni dei terreni, resi coltivabili, dove i colori decisi e pregnanti dei campi sembrano correre oltre l'orizzonte.

L'Isola vanta le proprie bellezze, nate là dove le braccia del Po incontrano le acque dell'Adriatico, perdendo inevitabilmente forza.

Lungo una linea che si snoda da Taglio di Po a San Basilio di Ariano nel Polesine, si ammira un cordone di dune fossili formatosi a partire dall'epoca preromana. Tali relitti costituiscono un'importante testimonianza sul piano geomorfologico, storico e paesaggistico, in quanto si tratta di vere e proprie “isole di biodiversità” e di quanto resta a testimonianza dell'antica linea di costa del nostro Delta.

Sulla strada che raggiunge che raggiunge San Basilio si incontrano diversi residui dunosi quali la duna di Grillara, di Rosada e Bosco Nichetti, che si ergono nel bel mezzo della campagna piatta e uniforme.

Merita una visita accurata la località di San Basilio. Il patrimonio archeologico è conservato all'interno del singolare Centro Turistico Culturale: al suo interno i reperti più significativi tra quelli ritrovati durante le diverse campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici del Veneto negli ultimi 30 anni.

La sezione archeologica è preceduta da una sezione geomorfologica con le principali trasformazioni subite dal territorio nel corso dei secoli

La visita della località aiuta a comprendere che il Delta vanta una storia antichissima: alle porte di una pianura celebrata da sempre per l'eccezionale fertilità, esso era il nodo cruciale di un complesso sistema di traffici commerciali attivo fin dalle epoche più remote, il punto nevralgico dove si incrociavano antichi percorsi.

Non a caso nel territorio deltizio vennero a concentrarsi gli interessi commerciali di popoli di provenienza eterogenea fin dall'Età del Ferro: soprattutto mercanti di origine etrusca, veneta, greca ed addirittura greco-orientale. Seguirà poi la fase di colonizzazione romana: un tempo il territorio era attraversato dalla Via Popillia, che collegava Rimini ad Aquileia.

La prosecuzione delle ricerche archeologiche (presto con l'ausilio di una guida sarà visitabile l'area concernente gli ultimi scavi.) non hanno fatto altro che potenziare la valenza storico-archeologica del territorio. Eretta “sui monti di sabbia” la piccola pieve di San Basilio conclude l'excursus storico-artistico della inusitata e ricca località.

La tappa successiva, dopo aver percorso la strada arginale del Po di Goro, scendendo verso la foce, è la località di Vendramin, dove sorge l'imponente villa con corte rurale. Nella medesima località si incontra il Museo Regionale della Bonifica. Il complesso idrovoro, immerso nel verde, è visibile da distante grazie al camino che svetta sull'orizzonte. Sorse tra il 1900 ed il 1903 con lo scopo di bonificare l'Isola di Ariano. Vendramin divenne dunque il punto nevralgico del sistema di sicurezza idraulica e anche una garanzia per lo sviluppo agricolo ed economico della zona. Oggi, come nel passato, Vendramin simboleggia la volontà di progresso  crescita del Delta del Po. All'interno degli ampi spazi dell'ex idrovora, infatti, vengono organizzati convegni, iniziative culturali e di promozione del territorio oltre naturalmente alle visite.

 

TRA TERRA, ACQUA E CIELO
mezzi consigliati: auto, bicicletta, barca

Scendendo a sud di taglio di Po lungo la strada arginale del Po di Gnocca, si trovano i borghi di Pisana, Polesinello, Oca e Lattis. Quindi, in prossimità della foce del Po di Gnocca, Gorino Sullam, attivo borgo dedicato alla pesca dove si incontra uno degli ultimi caratteristici ponti di barche che oltrepassa il Po per raggiungere Santa Giulia nel territorio del Comune di Porto Tolle.

Da qui, grazie ad uscite di pescaturismo, si può raggiungere il Bonello Bacucco, situato tra le foci del Po di Gnocca e del Po di Goro (bonello = canneto soggetto a marea posto nelle lagune e alle foci dei rami del Po). Già Riserva Naturale, è un'intricata area al cui interno si nasconde un dedalo di “paradeli”, ossia di canaletti scavati come tunnel nel cuore del bonello, lo attraversano, incrociandosi e formando del laghetti naturali.

Da percorrere in barca, questo indimenticabile giro in un intreccio di canali e canneti, dove spuntano i fantasmi di vecchi magazzini per la raccolta ed essiccazione del riso per affrontare infine la Sacca di Scardovari, la laguna più vasta del Delta veneto, una meravigliosa distesa salmastra, dove un tempo si coltivava il riso, mentre oggi di coltivano cozze e vongole.

La Sacca di Scardovari rappresenta sicuramente uno degli “hotspot” ornitologici delle zone umide altoadriatiche: facile da visitare, ricca di specie rare o inusuali, vicina ad altri siti particolarmente interessanti, paesaggisticamente peculiare.

La sua bellezza è assoluta, onirica, mitologica. Nel riflesso dell'acqua si creano visioni reali e immaginarie, effetti ottici, miraggi, abbagli e suggestioni. Sulla riva si scorgono argini dritti come fusi o zigzaganti e “cavane” (tipico ricovero, ormeggio coperto per imbarcazioni). A ogni cavana  corrisponde una barca (la batana, a fondo piatto per navigare su pochi centimetri d'acqua) e, naturalmente, file di palizzate che annunciano il più grande “orto” d'Italia per l'allevamento di molluschi.

Particolarmente gustose, cozze e vongole allevate nella Sacca di Scardovari è di grande qualità e pregio. I piatti a base di questi molluschi sono tra le specialità più saporite da assaggiare nei ristoranti della zona. Analogo trattamento spetta a orate, branzini, cefali, anguille, latterini, sarde e alici.

Lo scenario gastronomico cambia nel Delta del Po, a mano a mano che ci si addentra nei territori ricamati dai rami del Delta.

Due le specializzazioni delle terre di bonifica: l'ortofrutta, nell'entroterra, e il riso, nella fascia più esterna. Nelle trattorie locali c'è solo l'imbarazzo della scelta, a seconda degli ingredienti di stagione: in tutto il territorio la gastronomia si propone in svariate forme, dalla raffinata cucina di pesce ai piatti delle tradizione.
 

NEL REGNO DELLA NATURA
mezzi consigliati: auto, bicicletta, barca

Questo itinerario “acquatico” segue il ramo principale del Po di Venezia, esattamente a partire dal punto in cui fu operato il “Taglio di Porto Viro”.

Siamo sulla sponda destra del fiume, dove si trova l'interessante Golena di Zen. Tra gli alberi trovano rifugio svariate specie dell'avifauna.

Proseguendo verso il mare incontriamo isole boscose occupate da imponenti salici. Questo tratto del fiume, di aspetto maestoso, dà vita lateralmente a un sistema di lanche e golene, tra le quali spicca quella detta “Madonnina” (in località Cornera di Porto Viro), ma non mancano anche piccoli laghi poco profondi, piccoli chiari con canneti e quinte verdi di salici e pioppi.

Da qui è possibile a sinistra addentarsi nel Po di Maistra, tortuoso ramo senile, il più selvaggio ed affascinante, massimo emblema della geografia particolare del Delta e quanto di meglio possono desiderare gli appassionati di birdwatching e fotografia naturalistica.

Un tempo il Po di Maistra era il Grande Fiume, come testimonia la larghezza dei suoi argini. Oggi, tra quelli che erano gli argini di una volta, il fiume scivola via quasi impacciato ma tutt'intorno prorompe una vegetazione igrofila lussureggiante: un dedalo di rami, acquitrini, canneti e distese verdeggianti, forme naturali in continua evoluzione da cui improvvisamente si alzano in volo centinaia di uccelli acquatici.

Essendo l'area di straordinaria valenza ambientale, ospita tutto l'anno grandi quantità di uccelli: immancabili gli ardeidi e i laro-limicoli, ma non da ultimo rapaci, anatidi e passeriformi a seconda delle stagioni.

Oggi separa le valli salmastre di Porto Viro da quelle di Porto Tolle. Percorrendo infatti le strade arginali che costeggiano il Po di Maistra ci si può addentrare nel grande complesso delle valli del Delta: ex lagune ora gestite per l'allevamento ittico e la caccia agli acquatici.

Gli specchi vallivi e lagunari accompagnano l'ultimo segmento del Po di Maistra. Passata Boccasette, il Po percorre un ultimo tratto accompagnato da canneti fino al limite estremo degli “scanni”, barre di foce, ovvero tortuose lingue di terra sabbiose più o meno stabili poste alle foci dei rami del Po e lungo il litorale.

E' qui che la Golena di Pisani, in sponda sinistra, si mostra in tutta la sua bellezza.

É un sito di circa 43 ha gestito dalla Regione del Veneto tramite il Servizio Forestale Regionale per le Province di Padova e Rovigo in collaborazione con l'Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po. Si tratta di un'area particolarmente suggestiva, un tempo sfruttata per scopi agricoli ed in seguito adibita all'attività della vallicoltura. Oggi, è un'oasi naturalistica dalla notevole biodiversità caratterizzata da una particolare vegetazione fluviale e di grande interesse infine per l'avifauna. Vanta sentieri attrezzati, percorsi guidati e capanni per il birdwatching (visitabile su prenotazione per gruppi).

 

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